Non pochi nel Trentino e in Italia
esprimono la loro sorpresa per la costituzione di nuove Schützenkompanien. Le
considerano comparse per lo meno anacronistiche se non antinazionali. Quali sono
le ragioni che inducono un gruppo di uomini, in età giovane, con
responsabilità di famiglia, a unirsi nelle compagnie? perché lo fanno?
Certamente non solo per
cameratismo, per far festa di quando in quando insieme o per farsi fotografare
quando marciano. Li unisce la volontà di rileggere le lezioni del passato e di
far rivivere importanti capitoli di storia locale. Senza di loro, troppi fatti,
troppe vicende storiche delle vecchie generazioni resterebbero nell'ombra. La
nascita di queste Schützenkompanien è una riscoperta del passato, è un ritorno
al passato, perchè non lo si vuole dimenticare!
La nostra epoca riflette
una società molto distratta, priva di memoria, dimentica di quanto la memoria
del passato possa risultare utile anche nel presente. Gli Schützen si
propongono di mantenere viva la ricchezza delle tradizioni della loro terra.
Hanno riscoperto territori sconosciuti, ripercorso strade dimenticate, esaminato
criticamente vicende sommerse dal disinteresse e dall'errore. Senza rivalse
nostalgiche o nazionalistiche. Rivalutando il contributo delle culture locali e
la magnifica ricchezza delle peculiarità nazionali e regionali le
Schützenkompanien vedono nell'Europa un tesoro, sottolineano somiglianze con le
popolazioni vicine, anche di altri confini, ne rispettano la diversità.
C'è di più! Ogni compagnia
ha uno statuto chiaro e preciso che la vincola all'osservanza di precisi impegni
sociali e religiosi, che esclude scelte politiche o adesioni partitiche. Esse,
tutte, s'impegnano a testimoniare la fede in Dio, a difendere la famiglia come
cellula primaria della società umana, a non danneggiare l'ambiente che li ha
accolti e visti crescere.
Nella preghiera recitata
in occasione del Giubileo che il 16 dicembre 2000 ha riunito nel Duomo di Trento
duemila Schützen del Trentino, del Sud e Nord Tirolo e dell'Alta Baviera, non si
rivolgono nostalgicamente al passato ma da umili credenti invocano l'aiuto di
Dio nella testimonianza della fede, nell'amore della famiglia, nella
salvaguardia del creato.
All'Arcivescovo monsignor
Luigi Bressan, il comandante delle 13 compagnie trentine, Carlo Cadrobbi, anche
a nome della Federazione nord Tirolese che raccoglie 253 compagnie e di quella
SudTirolese che ne raccoglie 137 e a nome dei GebirgeSchützen della Baviera,
affermava: "siamo venuti da lontano per celebrare il Giubileo della Redenzione
Cristiana. Siamo entrati in questa bella Cattedrale di San Vigilio per un
rinnovato incontro con il nostro Salvatore Gesù Cristo, per meritare un atto
d'amore e di misericordia da parte di Dio.. Se ci leviamo la giacca che portiamo
siamo gente semplice, siamo uomini e donne che affrontano ogni giorno un
necessario lavoro, siamo contadini dei campi, operai delle fabbriche, impiegati
negli uffici, persino insegnanti e accademici. Ci unisce la volontà di non
dimenticare i nostri vecchi, di conservare l'eredità dei padri, di mantenere in
vita importanti aspetti delle nostre tradizioni."
Per le compagnie degli
Schützen non conta solo l'anno civile, esse tengono presente anche quello
liturgico - religioso che comincia con l'Avvento. Offrono alle parrocchie e alle
famiglie le corone intrecciate di frasche verdi di abete rosso con le quattro
candele che preannunciano la luce del natale. Preparano il cestino dei regalucci
da portare agli anziani del paese, visitano le case di riposo, organizzano
incontri culturali e procurano a se stessi, alle loro famiglie e ai
simpatizzanti , serate di cameratismo e di allegria. Sanno vivere, e anche
perché vivere, nella libertà e nella solidariatà
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