pagina riepilogo | IL MONDO DEGLI SCHüTZEN DIE SCHüTZENWELT |
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tratto da "l'AVVENTURA DELL'ULTIMO CAVALIERE" di Silvio Girardi - centro stampa e duplicazioni della regione Autonoma Trentino - Süd Tirol La divisa |
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Solo intorno al 1600 si incominciò a diffondere l'uso delle uniformi per gli eserciti. Non per i bersagli eri tirolesi, che indossavano i propri costumi popolari da lavoro. Al tempo delle invasioni francesi, nel 1796-1797, perché non venissero trattati da "briganti assassini", e che Napoleone minacciava di fucilare se presi prigionieri, ed anche per esser considerati parte dell'esercito regolare, fu loro prescritto di portare una coccarda verde chiaro sul cappello, un colletto verde ed un risvolto pure verde alle maniche. Solo gli ufficiali indossavano un veladino, detto in gergo "gabbana", di colore celeste, con risvolti alle maniche color verde, calzoni di mezza lana color ferro o di pelle, calzette bianche di lana, scarpe di "bulgaro" cioè di vitellone conciato con scorze di betulle e di salice, un panciotto detto "corpetto" e sopra una camicia di lino. All'inizio del 1800 il governatore del Tirolo emise l'ordine che "tutte le compagnie dei bersaglieri abbiano una uniforme militare, con veladino, gilè, calzoni lunghi". Tipico divenne il cappello degli Schützen con penne d'aquila, "la regina dei cieli" e simbolo di libertà, o con penne di avvoltoio o di gallo forcello, segno di coraggio. All'inizio della prima guerra mondiale, quando l'esercito italiano si mosse contro l'Austria, le compagnie dei bersaglieri delle valli trentine, prima di portarsi sulla linea del fronte, ricevettero le divise dei Kaiserjager. Le tredici compagnie dell'anno 2000 (ora anno 2008 sono 17) hanno adottato un'uniforme che si richiama a quelle portate dalle compagnie delle valli nei secoli scorsi, come appare dalle prime fotografie in bianco-nero, oppure dai disegni acquerellati del conte Karl von Lutterotti di Trento (1793-1872), che dipinse costumi maschili e femminili di ogni valle trentina, in pitture conservate presso il Landes Museum Ferdinandeum di Innsbruck. |