pagina riepilogo | IL MONDO DEGLI SCHüTZEN DIE SCHüTZENWELT |
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tratto da "La tradizione degli Schützen nel Tirolo di lingua italiana" Erich Egg volume pubblicato dalla Compagnia Schützen "Major Enrico Tonelli" di Vezzano (TN) Grafiche Futura Mattarello (TN)
L'insurrezione contro i franco-bavaresi (1) |
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Dopo cinquecentocinquanta anni(36) il Tirolo perdette non soltanto la sua sovranità ma anche la sua indipendenza. Il Regno di Baviera, al "rimorchio" della Francia, intendeva arraffare quante più terre possibile, approfittando del fatto che l'esercito che aveva non solo non era granchè affidabile, ma sotto stava agli ordini dei generali francesi. Il 10 gennaio 1806 il Tirolo fu annesso alla Baviera. Chi ne sofffrì di più furono i tirolesi italiani: a causa della non conoscenza della lingua tedesca numerosi furono gli equivoci che si originarono a scapito della gente.
Nel 1807 il connsiglio regionale fu sciolto, il nome Tirolo abolito e
l'intero territorio diviso in tre zone chiamate dipartimenti, come in Francia:
dipartimento dell'Inn, dell'Isarco e dell' Adige. Il Tirolo meridionale
apparteneva a quest'ultimo. In realtà si impose ai tre dipartimenti un modello
politico-amministrativo di stampo bavarese. Le vicende di cui fu protagonista Sebastiano Garbini(38), militare "italiano" disertore e "favorito" dall'esercito austriaco, che tuttavia si era spinto fuori dal Tirolo del sud verso l'Italia settentrionale compiendovi azioni banditesche (saccheggi, razzie, ecc.), furono additate come un cattivo esempio dato da un tirolese italiano. Si omise però di citare le ruberie fatte dai tirolesi di lingua tedesca in Baviera: accadde perfino che in una taverna, per la fretta di scappare, questi avessero addirittura abbandonato le loro bandiere. Bandiere che vennero restituite al Tirolo soltanto nel 1958(!).
Fortunatamente, nel complesso, si trattò di episodi marginali. Intanto nelle Giudicarie Dal Ponte aveva disposto una linea di difesa schierando alcune compagnie di volontari, mentre in Val di Sole Alessandro de Stanchina operava da vero patriota. Tuttavia in zona si muoveva anche un certo Malanotti, che diffondenndo dicerie sulla prossima abolizione delle tasse incitava di fatto all'anarchia. Comunque grande effetto sortì sicuramente il proclama di Andreas Hofer in lingua itaaliana indirizzato "ai miei cari fratelli tirolesi italiani". I richiamati della Valsugana, di Ivano, di Castelalto e del Tesino avevano infatti respinto un attacco di certi volontari provenienti da Bassano. Ma c'era una grossa difficoltà: mentre negli anni 1796/97 stazionavano in Tirolo meridionale unità dell' esercito austriaco ora esse non esistevano più. Comunque gli Schützen del Primiero continuavano a distinguersi per il loro valoore (per tre settimane avevano bloccato attacchi nemici portati dal bellunese). Fra i commbattenti ci fu anche una diciottenne, certa Giuseppina Negrelli! -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(36) _ Il 26 dicembre 1805, con la pace di Presburgo, il Tirolo con gli annessi
Principati di Trento e di Bressanone passava sotto il dominio del duca
Massimiliano di Baviera, dell'antica famiglia dei Wittelsbach, che più d'una
volta era stata rivale degli Asburgo nel contendere il primato del Sacro Romano
Impero Germanico. Il duca, nella guerra franco-austriaca del 1805, si era
avvicinato alla politica francese ed aveva favorito il passaggio dell'armata di
Napoleone appoggiandola con il suo piccolo esercito.
(37) _ Il nodo centrale essenziale per comprendere le radici profonde
dell'insorgenza antigiacobina è infatti prepolitico e metapolitoco: è il
concetto di "identità". Concetto complesso, come è complesso l'uomo, e che dalla
singola persona viene proiettato sulla comunità cui esso dà vita; dotato di una
pluuralità di ljvelli, corporeo, culturale e spirituale, esso dà senso alla vita
delle persone e delle comunità conncrete. In esso il telTitorio, la cultura e la
spiritualità formano un insieme indissolubile, come organi di uno stesso corpo.
Pretendere di espiantame uno solo, non solo mutila, ma rischia di provocare la
morte dell'organismo comunitario e quindi innesca una comprensibile e moralmente
doverosa reazione di autoodifesa. Pertanto l'identità costituisce un valore e
per la sua difesa i popoli possono anche impugnare le armi della fatica
quotidiana, secondo quanto la storia anche recente ci ha insegnato. L'insorgenza
popolare contro l'invasione napoleonica è stata per il Tirolo una guelTa di
liberazione che aveva come cardiini fondamentali il rifiuto della strategia di
scristianizzazione forzata propria del giacobinismo e quindi la difesa della
religione cattolica e delle istituzioni tradizionali e quindi la difesa delle
autonomie locali e dei governi legittimi. (38) _ Sebastiano Garbini, anni 36, ammogliato con figli, separato dalla moglie, figlio di un ricco e rispetttato mercante di Schio, sanguinario, scostumato, scialacquatore, sicario, noto per sevizie, prepotenze ed assassinii. Fuggito dalle carceri di Venezia dove era stato rinchiuso per tentato parricidio, arrestato a Riva, poi rimesso al comando dei ribelli. Dopo la guerra si ritirò a Vienna ove ebbe remunerazioni ed impieghi (dalla scheda giudiziaria dell'archivio de Moll). Anche lo storiografo Hirn lo definisce come il più temuto rapinatore. Cercò di riabilitarsi con il comandante Dal Ponte, al quale fu certamente di danno l'averlo accolto nelle sue compagnie ed in qualche modo protetto anche se tenuto a disciplina. Così la nota ], a pagina 118, del volume "Uomini e genti trentine durante le invasioni napoleoniche" di Lorenzo Dalponte, 1984. |
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