E' fuori dubbio che l'autonomia del Trentino è tuttora un
elemento "protettivo" dell'autonomia dell'attuale Sudtirolo. Dal 1970, per
iniziativa dell'associazione "Bruder Willram" di Innsbruck, si stampa
l"'Almanacco Tirolese", in due lingue; ciò ha favorito una serie di interessanti
contatti fra Innsbruck e Trento, in virtù dei quali le città di Trento, Bolzano
ed Innsbruck si sono strette con legami culturali ed operativi di particolare
importanza. Uno dei risultati di questa collaborazione, sostenuta anche dalla "Alpenregion
der Schützen", è la rifondazione di diverse compagnie nel Tirolo di lingua
italiana, oggi Trentino. La parola "welsch" non è dispregiativa ma ha
identificato fino al 1918 l'esistenza di una lingua romanza in un contesto
linguistico fondamentalmente tedesco. Infatti il cosiddetto "Tirolo tedesco" è
in sostanza soltanto una specificazione linguistica. Fu infatti a partire dal
secolo decimonono che il Tirolo meridionale o italiano fu chiamato Trentino
(come si nota nella cartografia dell' epoca, n.d.t.).
Il presente lavoro di ricognizione della storia della pratica del
tiro al bersaglio nel Tirolo meridionale è un primo tentativo di definire la
vera portata dei tirolesi italiani ai fini della difesa territoriale. La loro
presenza nella storia della difesa territoriale del Tirolo fu importante, ma
sempre sottaciuta sia dalla propaganda nazionalistica tedesca sia dalla
letteratura italiana. Il Tirolo, la "terra fra i monti", che separava due grandi
popoli, il tedesco e l'italiano, impedì di fatto la dilatazione di operazioni
militari offensive proprio con la sua radicata struttura difensiva e per via
della sua dislocazione geografica costituì un'autentica barriera contro eserciti
provenienti sia dal Nord che dal Sud. In tempo di pace poi il confronto delle
realtà economiche e culturali di Germania ed Italia ha caratterizzato ambedue i
gruppi linguistici tirolesi in modo del tutto tipico rispetto - ad esempio -
alle popolazioni delle grandi pianure.
Il principio della difesa territoriale tirolese si fa risalire,
concettualmente, alla volontà del fondatore del Tirolo, il conte Mainardo II
(morto nel 1295). La sua politica sostenne sempre gli abitanti delle città ed i
contadini dato che la nobiltà non era in grado di fornire uomini in numero
sufficiente per un'adeguata difesa del territorio. Nel 1290 la cittadinanza di
Bolzano fu chiamata dal principe locale ad apprestare un'unità militare
nonostante fosse sottoposta amministrativamente al vescovo di Trento. Il 1302 fu
l'anno del primo reclutamento nel distretto di Thaur - Hall, destinato in Val di
Non ed a Trento, dove vennero coscritti anche tirolesi del sud dalle zone
circonvicine. Nei secoli XII e XIV le città erano i capisaldi della difesa
territoriale in virtù delle loro fortificazioni e della disponibilità al
reclutamento dei loro abitanti. Nel XV secolo, con l'avvento delle armi da
fuoco, le fortificazioni delle città non furono più così sicure; si impose
allora la necessità di difendere i passi montani e di conseguenza si dovette
privilegiare il reclutamento di contadini. Il grosso della difesa territoriale
era una via di mezzo fra i contingenti malpagati assoldati dai nobili fino ad
allora e i veri mercenari, che erano volontari e percepivano la paga in base al
periodo di ferma. Per un'azione in Italia settentrionale il capitano
territoriale Berchtold von Gufidaun assoldò nel 1365 centocinquanta volontari
cui corrispose 8.400 gulden per un periodo di ferma di quattro mesi; essi furono
impiegati nella zona di Treviso, che allora dipendeva amministrativamente dal
Tirolo. E nel 1368 non furono reclutati soltanto nobili e cavalieri ma anche
abitanti delle città e delle valli; insieme costituirono il grosso della
fanteria del principato. Allora si usava esentare dall'obbligo della leva i
nullatenenti ed i servi della gleba.
Nel 1435, per la prima volta, venti Schützen, precedentemente
armati di lancia, vennero dotati di armi da fuoco e ricompensati in denaro. La
nobiltà tirolese non era in grado di mantenere alle armi per lunghi periodi un
grande numero di uomini per ragioni di carattere finanziario, anche perché la
struttura militare del Tirolo era molto cambiata a partire dal 1400 in virtù del
reclutamento di cittadini e contadini. I nobili quindi potevano finanziare
soltanto i comandanti delle formazioni. Un esempio: nel 1406 un nobile della Val
di Non era in grado di servire sia il duca Federico che il vescovo di Trento, ma
per soli tre giorni; per la disponibilità oltre tale periodo fu finanziato
direttamente dalla Contea del Tirolo.
Organizzativamente parlando gli uomini atti alle armi vennero
iscritti a partire dal 1400 in appositi registri, cosa che portava gli uomini a
far parte ufficialmente della difesa territoriale. Il duca Federico Tascavuota,
secondo fondatore del Tirolo (1406-1439), riuscì a radunare nel 1431, per
muovere contro il principe vescovo di Chur e assediare le sue fortificazioni in
Val Venosta, 542 uomini iscritti nei registri della leva di massa; i tirolesi
del Sud furono venticinque da Königsberg (Lavis
e S. Michele), dodici da Castelfondo e quattro da Primiero.
Sempre sotto il Tascavuota (l439-1490)(11)
un' ordinanza di richiamo ufficiale del 1479 prevedeva che ogni distretto
predisponesse proprie compagnie di armati, mettendole a disposizione per la
durata di un mese, trascorso il quale esse procuravano un confacente
avvicendamento di uomini e ciò fino al completo allontanamento del pericolo di
invasione del territorio tirolese.
La discussa guerra dell' arciduca Sigismondo contro Venezia del
1487 ebbe sicuramente un corso di per se stesso poco felice, anche se si trattò
della prima vittoria delle milizie reclutate come detto sopra, vale a dire delle
compagnie Schützen del Tirolo meridionale. I combattimenti ebbero luogo nella
stretta di Calliano il lO agosto 1487; i veneziani, comandati dal pur esperto
"condottiero"(9) Roberto da Sanseverino,
furono sconnfitti. Il contingente tirolese - trecento soldati e settecento
richiamati dal Tirolo del Sud era comandato da Friedrich Kappler, capitano della
città di Trento. Questi aveva avuto parte nelle vittorie conseguite dai fanti
svizzeri contro il duca di Borgogna e sapeva, per esperienza, che il tempo della
superiorità del cavaliere con armatura in combattimento era finito: ora gli
scontri venivano decisi dalla truppa a piedi, munita di lunghe lance, e dagli Schützen
armati di moschetto. Il coraggioso capitano di Trento decise di attaccare mentre
il nobile Giorgio da Pietrapiana impiegava subito la milizia proveniente dalle
località vicine riuscendo a conquistare le alture sovrastanti Calliano e Beseno.
(9) _ in italiano nell'originale.
(Il) _ Federico "dalle tasche vuote" morì nel 1439. Gli successe il figlio
Sigismondo "il danaroso", che regnò fino al 1490, allorché fu costretto ad
abdicare a favore di Massimiliano 1. |