In
linea di principio il Libello del Tirolo può essere definito
documento costituzionale per la regolamentazione della difesa
territoriale del Tirolo, elaborato dopo lunghe trattative con
gli stati provinciali (Landtag), e successivamente approvato e
promulgato con il sigillo dell'imperatore
12.
La definizione di
«Libello» deriva dal fatto che il documento si presenta come un
quaderno, ovvero un libretto comprendente diverse pagine, come
un libello, insomma. Per quanto riguarda la nascita di questo
importante documento costituzionale, a conclusione dello stesso
si rileva che «Massimiliano ha approvato con spirito benevolo
gli ordinamenti e gli articoli elaborati e concordati dai nostri
stati provinciali (Landtag)".
Va rilevato in
particolare che tali regolamenti non erano soltanto concordati
tra i quattro stati tirolesi dei prelati e della nobiltà, delle
città e delle circoscrizioni giurisdizionali, bensì anche con i
principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento, confederati
con la Contea del Tirolo.13
La base personale del
regolamento per la difesa territoriale costituisce il principio
dell' obbligo generale di leva per tutti i sudditi di sesso
maschile abili alle armi del Land Tirolo.
La chiamata alle armi era
compito dell'autorità giurisdizionale delle varie
circoscrizioni, secondo il grado di pericolo che incombeva sul
paese, articolando le leve su cinque livelli. Alla prima
chiamata rispondevano al massimo 5.000 uomini, alla seconda
10.000, alla terza 15.000 e alla quarta 20.000 (Il regolamento
sostanzialmente riformato del 1605 prevede soltanto tre chiamate
alle armi, rispettivamente di dieci-, quindici- e ventimila
uomini).14
Se pero il pericolo di
invasioni nemiche era tanto grave e incombente da rendere
impossibile l'afflusso in tempo utile di 20.000 uomini armati
sui campo di battaglia o nelle immediate vicinanze del
territorio minacciato, in tal caso - in accordo con il famoso
Libello del Tirolo - dapprima tutti gli uomini abili alle armi
di tutti i ceti, residenti nella zona minacciata, dovevano ivi
confluire e resistere sui campo di battaglia finché non
arrivassero sui posto tutti i 20.000 combattenti della quarta
leva. Questa, nota anche come ultima leva, in seguito chiamata
anche milizia territoriale, veniva richiamata non soltanto per
iscritto ma in caso di urgenza anche dal suono delle campane a
stormo, che venivano suonate da tutti i campanili. «Tutti coloro
che, a seguito di un tale richiamo delle campane o all'invito
scritto dei documenti consueti non si presenteranno ... verranno
sottoposti a punizioni nella persona e nei loro beni". - Accanto
al richiamo tramite il suono delle campane a stormo, secondo un
ordinamento del 1647, entrò in vigore anche il sistema dei
fuochi di segnalazione, che venivano accesi in determinati
luoghi, sui rilievi e nei pressi di masi di montagna.15
Mentre gli stati
provinciali del Tirolo mettevano a disposizione gli uomini per
I'arruolamento, il principe territoriale s'impegnava a reperire
Ie necessarie armi da fuoco, polvere, palle, esperti armieri,
maestri di archibugio, e inoltre corazze, armi e altro materiale
bellico, e così pure ad avere cura che i magazzini fossero
forniti a sufficienza di frumento, vettovaglie e farina. Anche
la manutenzione delle fortificazioni ai confini del Land e alle
chiuse dell'interno, quali per esempio Finstermünz, Ehrenberg,
Scharnitz, Kufstein, Mühlbach/Rio Pusteria e la chiusa di Lienz,
come pure gli arsenali quali Innsbruck (e Sigmundskron)
dipendevano direttamente dall'autorià del principe territoriale.
Accanto ai due arsenali
principali già citati, venivano istituiti ove possibile anche
arsenali locali o armerie in località sede di tribunali
fortificati, tra cui Kastelbell/Castelbello, Schlandersberg,
Lichtenberg, Naudersberg, Tarasp nella Bassa Engadina,
Sigmundsried, Landeck, St. Petersberg, Hörtenberg,
Ambras, Freundsberg, Welsberg/Monguelfo, Heunfels, Bruck presso
Lienz ecc. Ancora oggi - a parte le proprietà familiari o
collezioni specifiche - le sale d'armi esistenti presso la
Churburg 16 e a
Tratzberg risalgono ad armerie di quel tempo. La sala d' armi
del tribunale prepositurale di Ambras nell'omonimo castello,
successivamente denominata armeria dei contadini, risale
perlomeno a1 1577 17.
Vanno citati ovviamente anche tutti gli arsenali cittadini, es.
a Innsbruck (al posto della caserma sull'Inn, dove oggi ha sede
il provveditorato agli studi), a Hall (Locanda Geisterburg), a
Glurns/Glorenza o sotto i Portici l8,
a Kitzbuhel, nei castelli di Rattenberg e Kufstein ecc.
A parte la divisione dei
compiti tra stati provinciali e principe territoriale, il
Libello del 1511 sancisce anche una restrizione nei poteri del
principe territoriale, secondo la quale egli da un lato non
poteva ne doveva iniziare una guerra che implicasse il Tirolo,
senza preventiva informazione e approvazione da parte degli
stati provinciali tirolesi. Dall'altra canto prendeva atto che
gli stati provinciali, ovvero gli uomini addetti alla difesa del
Tirolo «non erano in dovere ne obbligo, con la loro
partecipazione alla piccola o grande chiamata alle armi ... ad
uscire dal nostro Land, bensì il loro intervento ... poteva
essere richiesto soltanto ai fini della difesa, della resistenza
e della conservazione del Land stesso».
Le disposizioni del
Libello del Tirolo si differenziano pero dalla pratica
successiva in un punto fondamentale. Nel Libello infatti si
dispone che «i comandanti, i maestri di arruolamento e altre
cariche ... vengano nominati da noi, ossia dal principe
territoriale, mentre - città a parte - non prima del 18 secolo i
comandanti degli uomini di leva venivano scelti dagli arruolati
stessi e la loro nomina soltanto confermata dalle autorità
territoriali.
Di alcuni documenti di
conferma o nomina si conservano ancora gli originali, per es.
quello di Georg Spreng di Sprengheim, giudice al tribunale
provinciale di St. Petersberg neIl'Oberinntal, datato 27 marzo
1734.19
C'e da osservare che la
partecipazione aIle leve da parte dei sudditi dei principati
vescovili di Brixen/Bressanone e Trento in pratica si
riconosceva per il fatto che essi non scendevano in campo sotto
la bandiera tirolese, ma sventolando una bandiera propria,
chiamata «Vendl» (Fähnlein =
bandiera o drappella). Si devono pero essere verificati degli
equivoci, tanto e vero nel famoso Libello si precisa che agli
arruolati dei principati vescovili «La loro bandiera, che sono
usi portare, deve essere lasciata e non alienata o tolta».
Da questo regolamento si
evince che già nell'anno 1511 era uso comune che ogni gruppo di
armati delle diverse circoscrizioni giurisdizionali marciasse
preceduto dalle proprie bandiere. Le più antiche documentazioni
sull'uso, la conferma e la concessione di tali stendardi
risalgono agli anni 1410 e 1496. Così i cittadini di Hall nel
1410 marciarono verso il confine «a bandiere spiegate»,metre
agli arruolati del tribunale provinciale di Laudeg nella parte
più alta dell'Inntal e quelli del Passeiertal (Val Passiria)
I'imperatore Massimiliano nel 1496 concedeva e confermava il
diritto di portare bandiere proprie.20
Ma non bastano le fonti
storiche scritte. Nel Tirolo e conservata una bandiera originale
dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica
si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta
presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati
alle armi; - una copia di questa storica bandiera funge oggi da
stendardo del Bund der Tiroler Schützenkompanien (1a Lega delle
compagnie di Schützen del Tirolo). Infine c'e da menzionare la
raffigurazione della bandiera del Land Tirolo del 1500 sull'erker
del «Goldenen Dachl» di Innsbruck, il «Tettuccio d'oro», emblema
della città.21
Nell'anno 1908 le
seguenti 25 bandiere contavano come le più amiche bandiere degli
Schützen (1'elencazione segue quella della pubblicazione a cura
di J. E. Bauer) 22:
Kufstein, Lienz, Sand in Taufers, Innsbruck, Hotting, Hall,
Thaur, Stubai, Kitzbuhel, Achental, Schwaz, Stumm
23, Telfs, Imst, Reune, Wenns,
Ried, Innichen/San Candido, Dolsach, Kastelruth/Castelrottto,
Bozen/Bolzano, Meran/Merano, Kaltern/Caldaro, Eppan/Appiano e
Innzing (in quest'ultimo caso si tratta di una bandiera francese
bottino di guerrra).
Come tutti i regolamenti
provinciali, anche l' ordinamento per la difesa territoriale del
1511 necessitava di tempo in tempo di alcune revisioni,
modifiche e adeguamenti agli eventi politici e militari dei
tempi. In concreto sono state formulate nuove modalità di
reclutamento per le forze armate della Conte a del Tirolo negli
anni 1526-1562, ma soprattutto negli anni 1605 e 1704.24
Una base importante per
l'applicazione reale delle disposizioni del Libello del Tirolo
nei tempi a seguire era rappresentata - come già citato - dai
richiami alle armi che venivano effettuati regolarmente da ogni
tribunale. I «registri di leva» costantemente aggiornati,
documentati a Lienz fin dal 1410, offrivano anche la possibilità
di controllare la partecipazione dei singoli sudditi richiamati
alle successive tornate di leva. Ne1 Libello del 1511 a tale
scopo viene citato un «maestro di leva» da nominarsi a cura del
principe territoriale.
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12 La pergamena originale del
celebre «Libello del Tirolo» del 1511, custodita nel Tiroler
Landesarchiv di Innssbruck.
13 I due principati vescovili
alleati con il Tirolo restarono in funzione fino al 1803. Cfr.
Franz-Heinz v. Hye, Der Bischof yon Brixen und sein geistliches
Reichsfiirstemum. In: Brixen - 1100 Jahre Wirken fiir Tirol (3.
Brixner Bildungstag der Tiroler Schiitzen) = Der Schlern Jg. 75,
Bozen 2001, pagg. 449-470; id., Das Brixner Becken, Glallbe und
Heimat. Geschichtliche Zellgnisse des Bezirkes Brixen, ed. per
inca rico dello Schützenbezirk Brixen da Sepp Kaser e Reinhold
Nossing, Brixen 2001, pagg. 11-16.
14 Otto Stolz - Franz Huter, Wehrverfassllng
und Schiitzenwesen, loc. cir., pag. 213-229.
15 lbd., pag. 229 e segg.
16 Oswald come Trapp, Tiroler Burgenbuch Bd.
1, Bozen, pag. 114 e segg. - ved. anche gli altri volumi di
questa pregevolissima opera monumentale in otto volumi dedicati
rispettivamente a: Val Venosta, Burgraviato, Wipptal, Val d'Isarco,
Val Saremina, Bozen/Bolzano, Mittleres Inmal, Oberinmal e
Ausserfern.
17
Fanz-Heinz v. Hye, Festung und Museum, Zeughaus und
Bauernri.istkammer - Neues zur Geschichte von hloss Ambras. In:
Tiroler Heimatblatter, Jg. 76, Innsbruck 2001, pagg. 39--43 .
18 Id, Geschichte der Stadt Glurns, Glurns
1992, pag. 210 e segg. (Storia delia citta di Glurns/Glorenza).
19 Originale nel museo dei Tiroler
Kaiserjager al Bergisel. Cfr. anche Franz Huter, Ein
Kaiserjagerbuch, Teil2. lrzgeschichte des Bergiselmuseums und
Katalog. Innsbruck 1985, pag. 36.
20 efr. J. E. Bauer, Die
denkwurdigsten Schutzenfahnen yon Tirol, [nnsbruck 1908; - e «In
Wehr und Fahn".
Die Fahnen der Pustenaler Schutzen, hg. v. Sudtiroler
Schutzenbund, Auer 1999; - Die Schützenfahnen des Bezirkes
Brixen, hg. v. Sehutzenbezirk Brixen, 1989 (Per quanto concerne
la bandiera della circoscrizione di Brixen/Bressanone benedetta
nel 1986, I'aurore si onora di aver potuto contribuire alla
creazione concettuale della stessa, successivamente realizzata
in maniera mirabile dall'artista Oswald Haller di Innsbruek).
Nel libro citato di Bauer vengono descritte le 25 più antiche
bandiere di Schützen, delle quali nell'anno citato furono
realizzati, per incarico degli Schützen, degli acquerelli a cura
del pittore Thomas Walch di Imst, poi donati dagli Schützen
tirolesi all'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria in
occasione dei suoi 60 anni di regno 1848-1908.1 relativi fogli
furono rintracciati dall'autore nel 1986 nel museo della cultura
austriaca di Eisenstadt, fotografati e successivamente esposti
in una mostra nell'archivio di stato della città di Innsbruek.
Le relative diapositive a colori, su richiesta dell'allora
ufficiale per la formazione della Lega delle compagnie di
Schützen tirolesi, il mio amico Bundesmajor dott. Hanns Auer,
furono messe a disposizione gratuitamente dal sottoscritto per
la pubblicazione su «Die Tiroler Schützenkompanien", ed. da
Tyroodruck di Vomp 1989, riservandomi però il copyright.
21
Franz-Heinz v. Hye, Das Tiroler Landeswappen.
Entwicklungsgeschichte eines Hoheitszeichens = Schrifftenreihe
des Siidtiroler Kulrurinstirutes Bd. 13, Bozen 1985.
22 Vedi sopra nota 20.
23 Delle bandiere nel frattempo sfilacciate 0
danneggiate dal fuoeo di Stumm e Hotting, grazie agli acquerelli
rirrovati, e staro possibile realizzare delle ricostruzioni
negli anni 1992 e 1997, con la collaborazione dell' auurore. Cio
vale anche per la bandiera di Innsbruck-Sr.Nikolaus, il cui
originale ramponaro e eustodito in muusea e non pili
utilizzabile per sfilate 0 altre manifestazioni.
24 Otto Srolz - Franz Huter, Wehrverfassung
und Schlitzenwesen in Tirol, loc. cir., pagg. 205-249.